5 regole per fare un buon vino

1/6 – Introduzione

Il vino è una bevanda molto gradita in tutto il mondo. Si ottiene dalla fermentazione lunga o breve del mosto che si ricava dalla spremitura degli acini di uva. Molti vorrebbero conoscere il segreto per ottenere un buon vino fatto in casa. Qui di seguito vi elenchiamo 5 regole molto semplici per fare un buon vino corposo e non, amabile e colorito, a seconda dei gusti. Chiaramente queste regole non si possono applicare a tutti i tipi di vini perché esistono varie tipologie di vitigni e caratteristiche di uve da tenere presente.

2/6 – Recipienti e attrezzi perfettamente puliti

Tutti i recipienti e gli attrezzi (serbatoi in acciaio, damigiane, bottiglie, torchio, diraspatrice, etc.) rimasti inutilizzati per un certo periodo di tempo devono essere perfettamente rilavati e disacidificati. Nei recipienti vuoti facilmente possono annidarsi batteri e possono incamerarsi odori o tanfi che potrebbero rovinare il buon vino fatto in casa. Quindi una scrupolosa pulizia di tutti i recipienti è d’obbligo. A tale scopo nei negozi specializzati sono disponibili appositi prodotti assolutamente non profumati.

3/6 – Ubicazione della vinificazione

Il processo di vinificazione va svolto in una cantina fresca poiché le temperature elevate potrebbero compromettere la buona riuscita del vino. Aerare abbondantemente la cantina per evitare la saturazione da anidride carbonica, un gas più pesante dell’aria molto dannoso per la salute dell’uomo in quanto asfissiante che si sviluppa durante la fermentazione.

4/6 – Pigiatura e diraspatura

Per fare un buon vino l’uva deve essere di prima qualità, matura al punto giusto, ben asciutta e non deve avere chicchi ammuffiti. Una delle 5 regole per fare un buon vino è quello di portare l’uva appena vendemmiata alla pigiatura. Questa accortezza serve ad evitare inacidimenti o altri inconvenienti dovuti alla scarsa traspirazione dei grappoli ammucchiati. Quindi la pigiatura e la diraspatura sono le prime fasi di trasformazione dell’uva in vino. Si comprimono i grappoli con una pigiadiraspatrice per separare i raspi dagli acini e raccogliere il succo. Per piccole quantità di uva si può usare il metodo antico tramite la pigiatura con i piedi o con le mani in un capiente recipiente. Il processo della diraspatura, cioè l’eliminazione dei raspi, è piuttosto importante perché la loro presenza nel mosto fa aumentare l’acidità del vino e rilascia sostanze dannose come quelle tanniche.

5/6 – Fermentazione alcolica, solfitura e follatura

La fase della fermentazione è molto delicata e bisogna tenere presente alcune regole basilari. Non bisogna coprire mai il contenitore in cui avviene la fermentazione. Il vino non deve prendere aria e si deve mantenere all’interno della cantina una temperatura costante. Aggiungere il metabisolfito di potassio (attenersi scrupolosamente alle dosi consigliate dai negozi specializzati). Controllare la produzione di anidride carbonica e intervenire in caso di straripamento della massa fermentante.

Un’altra regola molto importante per fare un buon vino è quella di praticare la follatura per far arieggiare il mosto. Eseguire la follatura almeno due volte al giorno. Questa operazione consiste nel rompere il cappello di bucce che galleggia con un bastone triforcato. Ciò eviterà la formazione di acidità e limiterà lo sviluppo di anidride carbonica. Al tempo stesso favorirà la crescita degli zuccheri “buoni” e faciliterà il passaggio delle sostanze coloranti contenute nelle bucce direttamente al vino.

6/6 – Travaso

Travasare il buon vino ottenuto in grandi damigiane di vetro da non riempire fino all’orlo. Questo impedirà all’aria di entrare all’interno delle damigiane e allo stesso tempo l’anidride carbonica avrà modo di fuoriuscire. Lentamente i sedimenti (feccia) si depositeranno sul fondo delle damigiane e quindi sarà opportuno effettuare 2 o 3 travasi. Questa delicata operazione va eseguita con cura. A rigor di logica se si vinifica in autunno si può travasare la prima volta a cavallo tra novembre e dicembre. Una seconda volta a gennaio e una terza a marzo-aprile. L’importante è travasare in giornate asciutte e serene in modo tale da non provocare movimenti dei sedimenti. L’estate è il periodo più critico per la conservazione del vino pertanto è necessario tenerlo in una cantina fresca, asciutta e ben arieggiata.

Riproduzione riservata