Come capire se il pollo è andato a male

1/6 – Introduzione

Il consumo di carni bianche, come tacchino, pollo, coniglio, è molto aumentato negli ultimi tempi: il motivo è che sono considerate molto salutari, digeribili e non contengono colesterolo. Ma se non osserviamo delle norme scrupolose che riguardano la sua conservazione, la carne può andare a male trasmettendo all’uomo dei batteri che provocano dei casi di avvelenamento ogni anno. Le principali malattie trasferibili all’uomo, sono la salmonella e l’Escherichia coli: dato l’incipit, è di fondamentale importanza saper riconoscere la carne avariata, non solo basandosi sul cattivo odore che emana, ma anche su vari metodi. In questa guida, vediamo nel dettaglio come capire se il pollo, in particolar modo, è andato a male.

2/6 Occorrente

  • Occhio clinico
  • buon olfatto

3/6 – Osservare il colore

Innanzitutto il pollo è una varietà di carne che va effettivamente consumata subito, inoltre molto spesso va considerato che la data di confezionamento, che si trova nei grandi ipermercati, non corrisponde a quella di macellazione, di conseguenza il pollo si mantiene fresco per poco tempo. La sua carne ha un colore rosato tipico ed è appunto sul colore che si può basare una prima analisi tramite un’attenta osservazione: se non ha più quel tipico colore rosato ma è più scura, andrebbe consumata in fretta, altrimenti se ha già assunto un colore grigiastro è consigliabile non mangiarla perché probabilmente è già avariata.

4/6 – Controllare che abbia un buon odore e che non sia unta

Generalmente tutta la carne fresca ha un buon odore: il pollo andato a male, invece, emana un cattivo aroma, quasi aspro o comunque molto sgradevole all’olfatto. L’ultimo step della nostra analisi è difficoltoso, soprattutto agli occhi di una persona poco esperta. Di suo, il pollo è una varietà di carne un po’ viscida ma se al tatto dovesse risultare più untuosa del dovuto o addirittura appiccicosa è sicuramente andata a male. Anche in questo caso è consigliabile abbinare il test del colore e dell’olfatto, sebbene talvolta possano fallire a causa dell’uso di conservanti.

5/6 – Controllare la data di scadenza

Sembrerà assurdo ma spesso non viene controllata la scadenza: in realtà quest’ultima è appunto solo un’indicazione a specificare una data oltre la quale il prodotto non può essere venduto ma non è un indice che valuta la commestibilità dell’alimento in questione. Dunque per tali motivi, è consigliabile utilizzare la data di scadenza come parametro di certezza della freschezza del prodotto. Per quanto riguarda la sua conservazione, se quando viene comprato è fresco si mantiene tale per uno o due giorni, in frigo; se congelato, la durata aumenta di qualche settimana oltre la data di scadenza, a patto che venga congelato fresco e in ogni caso è consigliabile controllarlo dopo lo scongelamento.

6/6 Consigli

  • Lavare sempre le mani quando si viene in contatto con qualsiasi tipo di carne.

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